lunedì 17 settembre 2012

Preziosità artistiche a San Martino d’Agri

di Francesco Mastrorizzi

Una manciata di abitazioni raccolte su un dosso alle pendici del Monte Raparo costituiscono il piccolo paese di San Martino d’Agri. Strette stradine, ripide scalinate, casette in pietra e palazzi nobiliari, arricchiti da loggette e portali decorati, danno forma al suo caratteristico centro storico. Le sue ridotte dimensioni non impediscono di rintracciare significative testimonianze artistiche, gran parte delle quali custodite nel convento di Sant’Antonio.
L’edificio fu fatto edificare nel 1512 dai cittadini di San Martino d’Agri, grazie alla concessione di papa Giulio II, per essere destinato ai Frati Minori Osservanti. Nei decenni successivi subì diversi crolli e riedificazioni, fino alla distruzione, quasi completa, del terremoto del 1572. In seguito a questo evento i cittadini lo ricostruirono nuovamente, sopra un’altura poco distante.
Nel corso dei secoli l’edificio ha subito varie modifiche strutturali, dovute ai disparati impieghi a cui è stato destinato: prima convento, poi abitazione, fino a sede municipale e scuola media. Il portico del piano terra consente l’accesso diretto alla chiesa e al primo piano tramite una scala coperta con volta rampante. La chiesa, adiacente al convento, è costituita da un’aula unica rettangolare e, nonostante la ristrutturazione del 1714, conserva tutte le caratteristiche della sua redazione seicentesca, con pareti scandite da nicchie e una ricca decorazione barocca a stucchi.
Il primo altare a destra ospita una grande pala con la Madonna del Rosario, dipinta nel XV secolo. Nel presbiterio sono collocati due dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino, entrambi della prima metà del XVII secolo, attribuiti ad allievi dello Stabile. Presenti, inoltre, un pregevole coro ligneo e un pulpito, intagliati nel 1727 da Nicolò La Sala.
Anche gli altari a sinistra presentano dipinti e sculture sei-settecenteschi. Un Crocifisso ligneo seicentesco, opera del Pietrafesa, si trova sul secondo altare. Presente anche un polittico del 1538 composto da nove pannelli, su cui sono dipinti la Risurrezione, una Madonna in trono con tre puttini musicanti e santi dell’iconografia francescana. Le tavole erano state utilizzate nel 1714 per la controsoffittatura e per salvarli si è dovuto intervenire con una difficile opera di restauro, in modo da rimediare ai danni causati dalle infiltrazioni di acqua piovana.
Il chiostro del convento è ornato da un ciclo di affreschi realizzati, su commissione di Padre Antonio da Brienza e Padre Bernardino da San Martino d’Agri, da Pietro di Giampietro da Brienza. Il ciclo è firmato e datato 1743, ma i lavori furono completati nel ‘44, come testimonia un’iscrizione sulla parete della scalinata. Sono raffigurate scene della Vita di Cristo, di San Francesco, di Sant’Antonio, di Santa Chiara e altri santi. Nelle volte e sulle pareti troviamo ovali e medaglioni di santi, beati e Padri provinciali dell’Ordine Francescano. La volta a botte è interamente decorata a tinte vivaci da ghirlande di fiori, frutta, foglie e volute.

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